Giorgio Armani

La storia di una delle icone della moda Made in Italy inizia nel 1934 a Piacenza, con la nascita di Giorgio Armani. La vita di Re Giorgio, così come lo chiamano gli addetti ai lavori, è la storia di successo di un uomo appassionato e caparbio che dopo i primi anni passati a studiare medicina, intraprende la carriera di buyer per i grandi magazzini milanesi della Rinascente fino a quando nel 1964 disegna la prima linea maschile Hitman, commissionatagli da Nino Cerruti, e inizia a lavorare come disegner freelance di successo. Il 1975 è l’anno della responsabilità e con il socio d’affari Sergio Galeotti, fonda il marchio Giorgio Armani. Le sue creazioni conquistano l’universo maschile grazie ad un’idea di eleganza destrutturata, con giacche prive di quell’imbottitura imposta dalla tradizione sartoriale. L’anno successivo, con il lancio della prima linea di abbigliamento per le donne -1976-, conquista anche l’universo femminile affascinato dall’idea moderna dell’eleganza androgina. Nel 1980 veste Richard Gere in American Gigolo e nel 1982 il Time gli dedica una copertina dal titolo “Giorgio’s Gorgeus Style”. In una intervista rilasciata qualche mese fa dallo stesso Armani, ho letto che ha capito solo dopo quanto quegli abiti e quella copertina avrebbero cambiato la sua vita che sempre più si è dedicata alla costruzione di un vero e proprio lifestyle attorno al brand Armani. Nel 1981 apre a Milano Emporio Armani, nel 1982 la prima boutique sempre a Milano, nel 2000 lancia la linea Armani/Casa e apre il concept store con caffè e ristorante in via Manzoni 31, a Milano. Nel 2005 sfila a Parigi la prima linea di haute couture, Armani Privè, con abiti meravigliosi che hanno il potere di esaltare nell’assoluta sofisticata eleganza Armani la femminilità di una donna (chi non ricorda l’abito con scollatura a V della serata inaugurale di Sanremo 2018 indossato da Michelle Hunziker?)

E poi sono arrivati gli Armani Hotel a Dubai nel 2010 e successivamente a Milano. Lui stesso ha dichiarato che la cosa più preziosa che possiede è la sua azienda, il lifestyle costruito attorno al suo nome, che anche io considero tra i più importanti in tutto il panorama Moda a livello mondiale.

Personalmente sono innamorata delle sue creazioni, e in questa parola contemplo i vestiti, il caffè, la casa, gli Hotels, perché hanno una identità precisa che trasuda ineccepibile eleganza e contemporaneità. Di lui adoro l’animo sognante e indaffarato di un uomo che pensa al prossimo passo, sempre. Giorgio Amani, sul numero 811 di Vogue Italia, condivide il suo motto “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”, allora voglio dire GRAZIE GIORGIO per non aver continuato la carriera medica, per non aver seguito la tradizione sartoriale, per non aver ridotto gli investimenti negli anni della crisi, mi insegni che un percorso di studi non definisce chi sarai, quello è solo nelle tue mani, gambe e testa.